riserva naturale speciale di valleandona


Riserva Naturale Speciale di Valleandona e Valle Botto


Sede e Direzione: Ente Parchi e Riserve Naturali Astigiani, via S. Martino 5, Asti, tel.: 0141 592091
Sede Operativa della Riserva: Valleandona (AT), tel.: 0141 295288

Orario di apertura: è possibile visitare la riserva solo dietro prenotazione e con visita guidata, occorre telefonare al numero di cui sopra ed è possibile anche prenotare visite al Museo Paleontologico di Asti.

Nota: le fotografie e il testo tratto da materiale illustrativo vario della Riserva Naturale Speciale è contrassegnato con (*). Rinfrazio il Dott. Piero Damarco (Responsabile del settore paleontologia dell’Ente Parchi e Riserve Naturali Astigiani) per le indicazioni e la gentile diponbilità.

La Riserva Naturale Paleontologica(*)
Le aree di Valleandona e Valle Botto, istitituite in Riserva Naturale Speciale nel 1985, costituiscono due adiacenti e distinti settori collinari ad ovest di Asti. I motivi della tutela intendono promuovere lo studio e l’attività di ricerca e di raccolta dei dati relativi al patrimonio paleontologico e favorire l’utilizzo e la fruizione culturale del territorio, garantendo la continuità delle tradizionali attività agricole.

A sinistra è stata riportata la mappa per poter arrivare senza facilmente sul posto. Dall’autostrada A21 Torino – Piacenza, si esce ad Asti ovest, quini si prende la SS10 verso Torino e fra il km 50 e 51 ci si immette sulla strada comunale di Valleandona. Arrivati nella piazz del paese posteggiare l’auto e a pochi metri (ved. cartelli indicatori) si trova la sede della Sede Operativa e punto di ritrovo per le visite guidate.

I giacimenti fossiliferi astigiani(*)
L’abbondanza di fossili ottimamente conservati, risalenti al Pliocene, tipici delle zone intorno ad Asti, ha consentito di istituire in questa località la Riserva Speciale che protegge una zona di grande interesse Paleontologico, non solo per la ricchezza dei giacimenti ma anche per la presenza, presso Valleandona, della sezione dello “strato-tipo Astiano” che una volta identificava il Pliocene piemontese e ora è indicato con il termine di “facies Astiana”.

La Sala Espositiva nella Sede Operativa della riserva
Nella Sede Operativa della riserva, a Valleandona, è stata ricavata una Sala Espositiva dove sono presenti i fossili più significativi e i ritrovamenti più interessati. Oltre alla visita guidata ai siti paleontologici è infatti possibile essere acoompagnata in una interessante visita a questo piccolo museo ricco di esemplari interessantissimi che il visitatore potrà poi ammirare direttamente “in situ” durante l’escursione. Questo tipo di approccio paleontologico divulgativo pone la Riserva Naturale Speciale all’avanguardia in questo settore.

           

La Sala Espositiva della Sede Operativa della riserva, a Valleandona. A sx: uno degli armadi con vetrine dove sono riposti i fossili caratteristici della zona. A dx la Dott. Alessandra Fassio, paleontologa, illustra ai visitatori la storia geologica dell’Astigiano e descrive il materiale della collezione.

Visita ai siti fossiliferi
Due degli affiormenti fossiliferi in località Valle Botto sono stati attrezzati in modo che il visitatore possa agevolmente osservare gli strati geologici ricchi di malocofauna fossile percorrendo un sentiero che segue l’affioramento stesso. Questo permette quindi di esaminare i fossili (presenti nella Sala Espositiva) a distanza ravvicinata, direttamente affioranti dai sedimenti.



Un affioramento fossilifero attrezzato per la visita. Si possono notare gli strati ricchi di malacofauna fossile con forma predominante della conchiglia del labellibranco Isognomon maxillatus, che per la sua preponderante presenza dà il nome degli omonimi livelli.


Particolare del un “Livello a Isognomon”. Alcune fragili conchiglie del labellibranco Isognomon maxillatus, affiorano dai sedimenti pliocenici ricchissimi di fossili che in quest’area sono databili a circa 3,5 miloni di anni.


Particolare di un affioramento fossilifero. Dai sedimenti pliocenici delle “Sabbie di Asti” affiorano dei gusci di conchiglie di tra cui si nota in primo piano un pettinide (Flabellipecten flabelliformis) .
Estrazione di un fossile (*)
Un esemplare di lamellibranco del genere Panopea viene estratto delle sabbie compatte del Pliocene presso la località di Valleandona. Nella foto si può osservare il metodo impiegato per lo scavo che prevede di eseguire un solco intorno al fossile in modo da non causare danni al fragile guscio del reperto.
Alcuni esemplari di molluschi fossili tipici della località di Valleandona (*).
1-labellibranco (Arca noae),  2-labellibranco (Isognomon maxillatus),  3-labellibranco (Panopaea glycymeris),  4-labellibranco (Ostrea edulis),  5-labellibranco (Chlamys varia),  6-gasteropode (Turritella vermicularis),  7-gasteropode (Naticarius tigrinus),  8-labellibranco (Glycimerys violacens),  9-labellibranco (Flabellipecten flabelliformis), 
Alcuni esemplari di molluschi fossili tipici della località di Valle Botto (*).
1-labellibranco (Modiulus barbatus,  2-gasteropode (Cymatium parthenopaeum),  3-gasteropode (Murex brandaris torularius),  4-gasteropode (Trunculariopsis conglobata),  5-gasteropode (Fusinus clavatus),  6-gasteropode (Gyrineum marginatum),  7-gasteropode (Ficus conditus),  8-labellibranco (Cardium hians),  9-gasteropode (Malea orbiculata),  10-gasteropode (Semicassis laevigata),